Mercoledì 26 luglio Ospitalità CDR Casale ha organizzato la prima uscita “Oltre il Portico” dopo il lungo periodo di lockdown. Destinazione: Moncalvo. Un bel gruppetto di ospiti attivi della RSA, della Residenza Giumelli, e della Comunità in Cammino, accompagnati dal Presidente Mario Botta, dal Vice Presidente Fabrizio Giampaoli, dalla coordinatrice Elena Milanesi hanno visitato e scoperto il fulcro del percorso moncalvesco: la bella chiesa di S. Francesco. La visita guidata (Manuela Meni) è iniziata dalle suggestioni gotiche della svettante abside, la parte architettonica più antica e, dopo il racconto delle vicende della fondazione (Teodoro e strategie francescane comprese), è proseguita all’interno, tra stucchi dell’epoca ducale e riplasmazioni sei e settecentesche. Le opere di Guglielmo e di Orsola Caccia, di cui si sono narrate le committenze e le provenienze, hanno particolarmente incantato e stupito con il loro linguaggio pittorico elegante ma comprensibile, che accarezza lo sguardo e parla dritto al cuore; sono state commentate e fruite una ad una dai visitatori così attenti da guadagnare i complimenti della volontaria (signora Marisa dell’Associazione Guglielmo e Orsola Caccia ONLUS) che li accolti. In particolare il Martirio di San Sebastiano, la Sacra famiglia e Sant’Orsola e il Sant’Antonino di Orsola Maddalena e l’Adorazione dei Magi di Guglielmo Caccia sono stati particolarmente apprezzati. Purtroppo non si è potuto vedere la pala della Nascita di San Giovanni Battista, che ben rappresenta il talento della nostra pittrice a Milano. Per la guida è stata un’emozione vedere la luce brillare negli sguardi dei visitatori, stupiti per una realtà di bellezza così vicina geograficamente ma non abbastanza conosciuta. Nella sacrestia, che conserva il tesoro dei reliquiari (la pace, l’ostensorio, i busti, l’atto di battesimo di Teodora divenuta poi Orsola Maddalena), la quattrocentesca pala del Bonone e il Gesù nel deserto (in cui i pennelli di padre e figlia si incontrano), un ospite ha detto “non si sa più dove guardare, tante cose belle ci sono”.
L’affaccio sul Belvedere, in cui il paesaggio delle colline monferrine è quadro di se stesso, e un buon gelato hanno concluso il pomeriggio, che si auspica essere il primo di tanti altri.